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Centralità dell’auctoritas nella tradizione religiosa romano-italiana
L’avctoritas è al centro di tutta la struttura religiosa, giuridica e sacrale romana, e la costituzione dell’attività divina nell’esistenza dell’uomo è prodotta proprio dall’avctoritas, solo mediante questa virtvs l’uomo è legittimato a compiere azioni sacre nell’immanenza temporale, in quanto, come avctor, è investito da Dio, presente in lui attraverso la virtù dell’avctoritas, a fondare, costituire, generare, attuare cose sacre di ogni genere[1]. Se l’atto dell’uomo non è fondato, né legittimato da Dio mediante l’avctoritas, perde il carattere sacro e perciò non ha alcun valore reale, in quanto l’uomo è costituito da Dio in funzione dell’attuazione del Suo Regno e della Sua Giustizia, al fine di dare compimento alla Sua Teofania in vista della glorificazione integrale dell’intera esistenza universale. Nell’ambito della romanitas abbiamo un ordine preciso gerarchico di avctoritates, da quella originale del Rex a quella del Senatvs, l’Avctoritas Patrvm, a quella del Pater Familias o Pater Gentis, l’Avctoritas Patris, successivamente, con la costituzione del Principato è stata stabilita l’autorità del Princeps, l’Avctoritas Principis. In tutti questi gradi di avctoritas si rivela, in modo specifico, la capacità di disporre della “forza divina”, di un “potere mistico” capace di “costituire nell’essere” o di “accrescere nella realtà” ciò che viene disposto e operato.