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Che cosa è la religione (4)
La religione romana quale massima espressione della sapientia civilis Nel De Repvblica e nel De Legibvs Cicerone tratta lungamente della religio romana come espressione della sapientia civilis, ovvero anche della sapientia constitvendae civitatis, modo peculiare di attuare la Giustizia Divina che è proprio di Roma. Esiste un Ordine Universale, costituito dalla Mente Divina, la cui opera eterna mantiene l’ordine perenne del mondo: Constitvendi vero ivris ab illa svmma lege capiamvs exordivm, qvae saeclis <commvnis> omnibvs, ante nata est qvam scripta lex vlla avt qvam omnino civitas constitvta[1]. La Svmma Lex non è scritta, essa coincide fondamentalmente con l’attività ordinatrice dell’Intelletto Divino Universale: Hanc igitvr video sapientissimorvm fvisse sententiam, legem neqve hominvm ingeniis excogitatam, nec scitvm aliqvod esse popvlorvm, sed aeternvm qviddam, qvod vniversvm mvndvm regeret imperandi prohibendiqve sapientia[2]. Dunque la sapientia constitvendae mvndi ha un carattere sovraumano e la lex che dispone non può essere inventata dagli uomini, né i popoli possono decretarla, con questa lex la sapientia divina dirige il mondo nella sua totalità, prescrive e proscrive, dirige e regge, proibisce e consiglia. Si tratta della caelestis lex[3], la quale è stata posta in principio, nell’immanenza della costituzione originale romana, per il bene di Roma e di tutta