L’umanità attuale si trova pervasa da travagli sempre più dolorosi e sconvolgenti, questo è l’esito terminale di un lungo degrado che ha visto l’uomo perdere la sua qualità divina e anche la qualità umana, per abbruttirsi nello stato bestiale che oggi soffre, completamente alienato dal suo stato originale di perfezione. L’uomo attuale è talmente smarrito che conduce una vita completamente a rovescio, non ricerca più lo stato religioso, né la sapienza che ne costituisce il culmine, ma idolatra il lavoro, il labor, assunto in modo dissacrato e degradante. Il labor che è comparso nell’umanità all’uscita dall’età aurea, quale segno di imperfezione, ma, se sacralmente orientato, il labor vale anche come mezzo di restaurazione della perfezione perduta. Presentiamo oggi un estratto del libro di L.M.A. Viola, Essere Italiani, vol. II, Forlì 2019, che focalizza l’essenza del problema e rettifica ogni valore positivo che si attribuisce al lavoro profano e dissacrato, una vera e propria parodia dell’azione sacra, che porta l’uomo al più completo degrado, e dunque alla perdita di ogni virtù e della felicità ad essa inerente. *****   Virgilio tratta dell’Età Aurea in molti punti della sua opera[1], tutto il suo magistero è incentrato sullo stato divino originale dell’umanità, dal



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