A causa della confusione generale che ormai regna ovunque, e in particolare all’interno di alcune formazioni di carattere pseudoreligioso e pseudotradizionale, è inveterato l’uso di confondere in maniera grossolana, fino a capovolgerne il senso, le concezioni relative alla gente, alla nazione e al popolo, termini espressamente derivati dal lessico religioso e giuridico romano-italiano. La gens, la natio, il popvlvs sono enti connessi alla nozione di identità, di cui abbiamo già trattato, ciascuno di essi definisce però un’identità di diversa natura. In mancanza della dovuta conoscenza delle istituzioni sacre romane, si compiono delle sommarie assimilazioni fra enti che nulla hanno in comune, pertanto si forzano termini come genos ed ethnos, che ora esamineremo, in un senso improprio, poi li si traspone nella realtà romana con conseguenze diverse. Un elemento che ha contribuito a generare confusione nei secoli circa la natura della gens, della natio e del popvlvs, è stata l’azione svolta dagli apologeti cristiani, i quali, a partire dall’individuazione del soggetto “pagano”, quale cultore di “falsi dei”, passarono progressivamente a confondere i diversi termini in oggetto. Se per Tertulliano: “Deorvm falsorvm mvltorvmqve cvltores paganos vocamvs”, nel corso dei due secoli successivi, il concetto di “pagano” sostituì quello di “gentile”, già ridotto



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