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I principi della morale. Il sommo bene, il piacere, la virtù, la legge morale, la coscienza, le sanzioni morali.
Per Cicerone, come per tutti gli antichi, la questione primordiale nella morale è quella della definizione del Sommo Bene. Qual è il nostro sommo bene? Qual è il valore e lo scopo della vita? Qual è il fine ultimo a cui devono essere subordinati i fini particolari delle nostre azioni? «L’intero orientamento della nostra vita, l’insieme e i dettagli della nostra condotta dipendono dalla risposta a questa domanda»[1]. Niente di sorprendente in questo. «Questo principio, una volta stabilito, fissa tutti gli altri. In tutte le altre questioni, l’oblio e l’ignoranza sono dannosi solo relativamente all’importanza delle domande che ci sfuggono. Ma ignorare il sommo bene equivale è condannare noi stessi all’ignoranza dell’intera legge della nostra vita e correre il grave pericolo di non essere in grado di sapere in quale porto cercare asilo. D’altra parte, quando dalla conoscenza dei fini particolari delle cose si è giunti a capire qual è il bene ultimo o l’apice del male, la nostra vita ha trovato la sua strada e tutti i nostri doveri la loro formula precisa»[2]. «E dove dovremmo cercare la soluzione a questo problema del sommo bene? In quella parte dell’anima dove risiedono la saggezza e la prudenza, e non in