La società attuale è il frutto del nichilismo compiuto, alcuni secoli di modernità hanno staccato completamente l’uomo dalla trascendenza, dall’Essere, dall’Eterno. Oggi pare normale essere atei e senza religione, ma questo stato comune è un’aberrazione. Lasciata la religione, perché ritenuta un fastidio, un ostacolo per la propria “libera espressione”, l’uomo moderno ha cercato il fine della vita nel mondo, nel tempo, nella contingenza. Tagliate le radici metafisiche della sua identità, l’uomo ha rinunciato alla realizzazione della pienezza, della pace e della beatitudine, perché ha creduto che la felicità potesse essere trovata nell’avere, nel piacere, nel benessere esteriore. Da oltre due secoli tutte le istituzioni politiche e sociali mirano ad attuare un piano volto a realizzare la felicità di tipo edonistico e materiale, ma, quanto più questo obbiettivo viene perseguito, tanto più l’uomo accusa problemi psichici ed esistenziali crescenti. La diffusione di una concezione edonistica della felicità favorisce l’individualismo radicale e l’egoismo materialistico ed utilitaristico, perciò l’uomo orienta esclusivamente la sua esistenza al piacere, in particolare al piacere immediato di carattere cinetico, ed impegna ogni sua azione per produrre e acquisire i mezzi per conseguire il tanto ambito benessere edonistico. Seguendo questa direzione di vita ci si deve aspettare solo la



Per continuare a leggere accedi o registrati

Accesso per utenti iscritti