Un aspetto che vogliamo rilevare in questa sede è quello relativo all’analogia che sussiste fra il comportamento dell’individuo neospiritualistico e il comportamento dell’individuo del “quinto stato”, di cui si è trattato in precedenza. Gli indirizzi neospiritualistici non spingono a considerare la società attuale come una negazione della società religiosa tradizionale, al contrario sollecitano i loro seguaci ad operare nella società postmoderna come soggetti “ripotenziati”, possiamo dire anche “riprogrammati” in senso controtradizionale, così essi possono impiegarsi con maggiore successo nell’ambiente sociale in cui sono inseriti, perché tutti gli indirizzi pseudospiritualisti sono perfettamente conformi alla società caratterizzata dall’edonismo integrale e dall’iperconsumismo. Perciò non è affatto raro trovare sedicenti “guru” o “guide” o imbonitori di diversa natura, che riorientano le “pratiche spirituali” allo scopo di fare affari e arricchirsi, per avere “successo”, inoltre non è raro trovare uno “yoga finanziario”, o una meditazione per sviluppare la capacità di farsi strada nella società iperconsumistica. La saggezza tradizionale deve essere reinterpretata e riutilizzata in senso rovesciato, ognuno deve scoprire il suo potenziale individuale, per potersi collocare in posti rilevanti negli affari, nella società, nella politica, un soggetto “spiritualmente realizzato” deve essere capace di seguire diversi business nella società contemporanea. Ultimamente, specie dagli anni ʼ90 in



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