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La fama di Adolfo Levi

Scriveva Giovanni Reale nel 1971 nel suo saggio introduttivo a Il problema dell’errore nella metafisica e nella gnoseologia di Platone[1] ‘ Tutti coloro che si occupano di filosofia e di ricerche filosofiche conoscono Adolfo Levi e sanno che egli ha occupato un posto di rilievo nell’ambito della cultura filosofica italiana della prima metà del nostro secolo, sia come teoreta, sia come storico della filosofia.’ Adolfo Levi è nato a Modena il 20 Agosto 1878 e fin da giovanissimo dimostra una intelligenza vivissima ed una particolare predilezione per la ricerca. Laureato in Filosofia, inizia la sua carriera come docente al Liceo, per poi passare, nel 1922, ad insegnare all’Università di Pavia Storia della Filosofia, fino al 1938. Nel corso di questi anni si distinse anche come uno dei membri più attivi dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Dopo l’abbandono dell’insegnamento, si dedicò completamente alla ricerca, confermando la sua vocazione giovanile, attività che predilesse fino alla sua morte, avvenuta nel 1948, rifiutando anche la cattedra di Storia della Filosofia offertagli sia dall’Università di Roma che da quella di Napoli. E’ noto nel panorama filosofico italiano principalmente per essere stato l’autore di un saggio intitolato Sceptica, pubblicato a Torino nel 1921, ma numerosi sono i