Sappiamo che i termini felix e felicitas hanno una radice in feo-, analoga alla greca phyo-, che significa “potenza germinatrice”, “potenza generativa”, “potenza di costituire una generazione vitale compiuta”, “potere di fecondità”, di abbondanza e fruttuosità. Notiamo, assai significativamente, che fela è la mammella e fela–x è l’emissione del latte dalla mammella, da cui anche la possibilità di intendere il felix come colui che attinge il latte-luce, ovvero la scienza divina della mammella-potenza divina costitutrice della realtà intelligibile. Nella tradizione religiosa romana il termine felix indica tutto ciò che produce frutto, ma anche tutto ciò che ha compiuto il suo atto pienamente, ovvero tutto ciò che è stato portato a compimento e che ha portato a termine un processo verso un fine. Si dice felix anche ciò che è produttivo, efficace, positivamente concluso, e quindi possono essere felices determinati enti, come gli arbores, così come gli homines, ed anche gli acta. In generale felix è ciò che ha avuto buon esito, che si è compiuto così come doveva essere compiuto, quanto è ben riuscito, ben fatto, completato e dunque perfettamente attuato. Possiamo ora comprendere meglio la stretta relazione che esiste fra fortvna e felicitas. La fortvna è quella particolare disposizione



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