Dalla definizione generale del Bene e del male si deduce la definizio­ne del bene in relazione all’uomo e, indirettamente, cosa sia il male per lui. Innanzitutto occorre definire che cosa è l’uomo, e perché il suo bene attiene all’at­to puro del suo essere. Quando si parla di bene o male in rapporto all’uomo occorre riferirsi alla sua vera natura, cioè al suo essere proprio, per cui non è pos­sibile parlare del bene dell’uomo riferendosi a ciò che non è il suo essere, e quindi non è pertinente alla sua reale natura, che può essere in atto oppure in potenza. In relazione a quanto già esposto sulla natura dell’uomo possiamo dire che l’uo­mo sensibile è un composto di tre elementi, il corpo, che costituisce il supporto dell’azione nell’ambito dell’esistenza corporea, l’anima, che media le operazioni dell’animo sul corpo e consente il dispiegamento dell’azione nell’ambito psichi­co dell’esistenza, e infine il vero agente, il soggetto reale, l’ego, il principio di­rettivo dell’anima, l’essere cosciente dell’uomo, ovvero l’animo. Per cui quando parliamo dell’uomo in generale ci riferiamo al composto, mentre quando parlia­mo dell’essere, del sé dell’uomo, ci riferiamo all’animo, al principio reggente e dirigente il complesso della persona psicofisica, il vero referente di ogni atto.



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